Cannabis terapeutica: una legge per produrla in Puglia

Le nuove norme, presentate da Sergio Blasi prevedono che la regione Puglia dia il via libera alla coltivazione della cannabis terapeutica


Qualcuno Enzo Brogi sembra averlo preso in parola. A pochi giorni dalla proposta del consigliere toscano del Pd di far coltivare la cannabis terapeutica nell'Istituto Farmaceutico Militare di Firenze, arriva infatti una proposta di legge pugliese per trasformarla in realtà. Le nuove norme, presentate da Sergio Blasi, consigliere e segretario regionale del Partito Democratico pugliese, prevedono infatti che la regione dia il via libera alla coltivazione della cannabis terapeutica, avviando “azioni sperimentali con lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze o con altri soggetti autorizzati, sulla base della normativa vigente”.

Secondo Blasi, produrre la cannabis in Italia si tradurrebbe in un forte risparmio sia per le Asl che per i pazienti. Il consigliere ha calcolato infatti che il prodotto, importato dall’Olanda, costa oggi circa 15-20 euro al grammo per il Servizio Sanitario Nazionale, cifra che sale a 50 euro quando ad acquistarla sono direttamente i pazienti che hanno ricevuto la prescritta dal medico specialista e dal medico di medicina generale, come previsto dalle norme approvate in Puglia a gennaio. Quanto costerebbe produrla a chilometro zero? Secondo Blasi si arriverebbe a circa 1 euro e 55 centesimi al grammo: dieci volte meno di quanto si spende oggi importandola.

La proposta di legge presentata da Blasi si compone di due articoli. Nel primo si introduce la facoltà di sperimentare l’avvio della produzione della cannabis a fini terapeutici “al fine di ridurre il costo dei medicinali cannabinoidi importati dall'estero”, e si autorizza la regione ad “avviare azioni sperimentali con loStabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze o con altri soggetti autorizzati, sulla base della normativa vigente”. Nel secondo punto invece, si legge che la giunta regionale “per ridurre le spese connesse all’acquisto e alla preparazione di medicinali cannabinoidi, verificherà entro tre mesi dall’entrata in vigore delle nuove norme, la possibilità di centralizzare acquisti, stoccaggio e distribuzione alle farmacie ospedaliere abilitate”. Questo “può consentire la realizzazione di economie di scala”.

Nonostante la proposta sia di quelle destinate a far discutere, secondo Blasi potrebbe attirare consensi bipartisan, visto il periodo di spending review e i sostanziosi risparmi che comporterebbe per le Asl pugliesi. Non resta dunque che attendere per scoprire se la legge sarà approvata, e se l'Aifa (a cui spetterebbe l'utlima parola) concederà eventualmente il via libera definitivo.