Cannabis Club a Milano? Ennesima bufala!

Da qualche giorno si sta diffondendo sul web che tra poco a Milano aprirà il primo cannabis social club, ma, è l'ennesima bufala.



Da dolcevitaonline - Forse per il gusto di avere qualche click in più sul proprio sito, o forse con l’obbiettivo ancora meno nobile di creare disinformazione ad arte, è stata diffusa l’ennesima notizia completamente falsa sull’argomento cannabis. 
Dopo l’annuncio (falso) dato da testate giornalistiche nazionali nei giorni scorsi della depenalizzazione della coltivazione personale di cannabis, sta girando in rete un’altra bufala, alla quale i giornaloni non hanno abboccato, ma che è stata talmente condivisa sui social network da essere stata riportata anche all’estero.

La notizia, diffusa dal sito Corrieredellanotte.alteravista.org e ripresa da altri siti, blog e pagine Facebook, dice che il 18 maggio a Milano aprirà un Cannabis Social Club e si chiamerà “Cannabis and Peace”. Secondo quanto scritto nell’articolo: “Con l’ultimo decreto legge del governo Renzi è stata concessa l’apertura del primo Cannabis Social Club d’Italia”. E’ una palla colossale che contiene due diverse bugie. Innanzitutto non c’è stato nessun decreto del governo in questo senso. L’unico decreto discusso nei giorni scorsi è stato il decreto Lorenzin che ha confermato l’inserimento della cannabis in tabella II, mossa quasi doverosa dopo che la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la legge Fini-Giovanardi che invece la equiparava alle droghe pesanti.



La seconda bugia riguarda il fatto che in Italia non esista un Cannabis Social Club. Esiste ed è un’associazione chiamata LapianTiamo (leggi qui il loro comunicato), che ha sede a Racale, in Puglia, e che noi come Dolce Vita, sosteniamo dalla nascita. Non si stratta, come accade ad esempio in Colorado, dove la cannabis è stata legalizzata anche a livello ricreativo, di un posto dove tesserarsi e consumare cannabis in libertà: nel nostro Paese non è permesso dalla legge. Si tratta invece di un’associazione, fondata da due ragazzi affetti da sclerosi multipla, che lottano per il diritto dei malati di poter aver libero accesso ai farmaci a base di cannabis. Il loro progetto, partito in sordina, ha piano piano conquistato le istituzioni locali e regionali, nel tentativo di fare approvare una legge che permetta la produzione di cannabis terapeutica senza doverla per forza importare dall’estero come avviene attualmente. Oggi infatti, anche nelle Regioni italiane dove la cannabis terapeutica è riconosciuta come trattamento, il problema per i pazienti rimane l’importazione del farmaco che raramente viene rimborsato dalle Asl ed ha un costo che si aggira intorno ai 35/40 euro al grammo: un paziente arriverebbe a spendere in media 40mila euro all’anno per la terapia.
Ci dispiace dover ogni volta smorzare gli entusiasmi del web, soprattutto riguardo a notizie che, nel caso fossero vere, saremmo i primi a volervi raccontare. Ma se l’obbiettivo è il cambiamento, prima di tutto culturale e di mentalità, l’informazione corretta è la prima arma da comprendere ed utilizzare.